Caro F.,
in questa calda domenica d'agosto sento l'urgenza di mettere per iscritto le emozioni di questi due giorni e il mio interlocutore sei tu, come se fossi un amico di penna lontano a cui posso raccontare eventi accaduti con protagonisti non conosciuti, di vite al di fuori di te.
Il fatto di per sé non è chissà cosa e si riassume in poche parole: è morto il padre di una mia amica.
Ma questa amica non la sentivo se non per i canonici auguri Natale / Pasqua / compleanno, da anni.
Anni.
Credo di averla vista dal vivo l'ultima volta a un funerale.
Bhe, sta di fatto che il padre era morto da poche ore e mi ha chiamata.
Mi ha chiamata per quarta, dopo che le altre tre, sicuramente rimaste più in contatto di me, non avevano potuto / non erano riuscite a rispondere.
Ed era disperata, per una questione familiare pesante fatta di familiari con malattie e questa morte arrivata improvvisa e senza senso apparente.
E ha chiamato me.
Per quarta, sì.
Ma ha chiamato me.
"perchè lo so che non ci sentiamo spesso perchè ho una vita veramente incasinata, ma per me voi siete sempre le mie amiche"
Ero in piedi, all'aperto: ho dovuto sedermi.
Il peso di quelle parole mi ha schiacciata a terra.
Dove sono stata? Cosa avrei potuto fare?
Classicone eh, ma forse hai la fortuna di non sapere il gusto amarissimo di queste domande.
Ma la domanda dopo è stata: ti rendi conto del peso che hai nella vita delle altre persone?
Non perchè io sia una santa o una persona che cambia la vita degli altri, eppure.
Eppure, santo cielo, per quarta ha chiamato me. E se me lo avessero chiesto, sinceramente, non l'avrei mai detto.
Io lo so che ci sono tanti tipi di amicizia: in alcuni dai più di quel che ricevi, in altri ricevi più di quel che dai. In rarissimi casi il rapporto è alla pari. in altri ti sembra di frequentarti e di non prendere e dare niente, semplicemente si percorre un pezzo di strada insieme.
Eppure non avevo mai valutato che anche in quei casi tu sei lì, con la tua luce e il tuo buio e proietti sugli altri un'immagine di te che resta e a volte ritorna.
Quante volte ho sottovalutato questa cosa nella mia vita?
Quante parti di me ci sono sparse per... facciamo l'Italia? E quando non mi trovo, quando non so più chi sono, riconosco tutti i pezzi che sono sparsi nelle persone che ho incontrato?
Le cellule del nostro corpo cambiano interamente ogni sette anni. Sono cambiata completamente sei volte ed entro in un nuovo ciclo: che persona voglio essere?
E comunque.
- Sotto, sotto, sotto... in fondo, nascosto...un po' silente... mi sono sentita voluta bene più di quanto credo di meritare... ed è stato bello. E' stato un abbraccio silenzioso via telefono.
- Alla fine ho scritto a te perchè sotto sotto sotto, in fondo, vorrei che ci arrivassi un po' prima dei 42 anni a riconoscere l'impronta che lasci nella vita degli altri...
Ti abbraccio