giovedì 12 marzo 2020

Speranza

Cara Sara,
l'ultima volta che mi hanno detto "andrà tutto bene", avevo un agocanula infilato nella mano, unico accesso venoso trovato, e stavo per essere mandata in sedazione profonda. Dopo di che il farmaco faceva un male boia, e io ero terrorizzata e mi sono addormentata molto molto male. 

E no, non è andato tutto bene.
Nella sfortuna sì, chiaro, poteva andare molto, molto peggio.
Ma "tutto bene" no.

Quindi ora ho l'orticaria, perché è tutto un postare di arcobaleni e di hashtag e sorrisi vibranti.

Mentre io sono come Lucy Loud : mi vedo esattamente così ogni volta che vedo una immagine di arcobaleno... Vestita di nero e che dico "oh dramma...".

Lungi da me essere negativa o pessimista: quella ero io un'altra vita fa e di sicuro non sto affrontando negativamente tutta la vagonata di escrementi che mi è cascata addosso da tre mesi abbondanti a questa parte.

Ma la resistenza, la resilenza per me è altro e non riesco, non riesco, non riesco davvero a proporre a mia figlia di fare questo cartellone che tutti o quasi stanno pubblicando.

E' un mio limite, sia chiaro, non giudico ne condanno nessuno e capisco che per molti sia un modo semplice e chiaro per dare speranza.

Eccolo qui un altro nodone enorme: non sono capace di pensare alla speranza come "Sentimento di aspettazione fiduciosa nella realizzazione, presente o futura, di quanto si desidera " come dice la Treccani e questo non perché io sia depressa o veda solo nero intorno a me. 

Credo dipenda da quello che scrivevo ieri: il vivere un'ora per volta con l'incognita non poter decidere ne sapere come sarà la mia vita l'ora successiva, tarpa le ali ad ogni qualsiasi progetto e di conseguenza anche a qualsiasi desiderio.

Oh che botta scoprirlo.

Per quanto "chi visse sperando morì..non si può dire", in questo momento mi sento più povera.

Eccolo qui, un altro nodo senza soluzione.
Per il momento.
Spero.

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